Luogo: Apuane: Monte Tambura
“ Si dice che un tempo per i ripidi e desolati versanti del Monte Tambura, di notte, si aggirassero gli streghi, … “ così comincia una leggenda orale raccolta tra Vagli e Gorfigliano, una delle tante legate a questa mitica montagna delle Alpi Apuane. La “Tambura”, come spesso viene chiamato questo monumentale rilievo, è situata nelle Apuane centrali che comprendono i rilievi dal Passo della Focolaccia al valico di Fociomboli.
Seconda vetta della catena montuosa dopo il Pisanino (1947 m), con i suoi 1895 m risulta di più facile accesso rispetto ad esso. Lungo uno dei suoi valloni scende, dal Passo della Tambura fino al paese di Resceto, la via Vandelli, opera ardita e ingegnosa concepita nel ‘700, mai realmente sfruttata a causa delle notevoli difficoltà ambientali.
Oggi risistemata, è una suggestiva testimonianza d’epoca. Percorrerla significa immergersi in uno degli ambienti più affascinanti dell’intera catena apuana, con la consapevolezza di camminare su un selciato storico. La parete più famosa della montagna è la Carcaraia, una distesa inclinata di roccia modellata da forte carsismo, meta di appassionati di speleologia.
La nostra escursione ad anello ha come punto di partenza e di arrivo lo splendido villaggio (ex-alpeggio) di Campocatino.
Dalle ultime case dell’alpeggio, si aggira lo spigolo sud-est della Roccandagia, bellissima montagna che sovrasta la conca erbosa di Campocatino, con percorso panoramico sulla Valle di Arnetola e sulla spettacolare cava a gradoni del Monte Pallerina.
All’inizio il sentiero mediamente discende e nelle parti più esposte è protetto a valle da una staccionata in legno.
Segue un lungo tratto più boscoso in cui si guadagna poca quota fino ad un salto di roccia di una decina di metri, assistito da cavi metallici, che permette di raggiungere un pianoro di cava. Superata una distesa di blocchi di marmo, si prosegue verso ovest fino ad incontrare il sentiero che sale da Arnetola e lo si percorre risalendo il Canale Colubraia con un continuo zigzagare che termina al Passo della Tambura in ambiente molto suggestivo.
Al passo inizia la salita alla cima della Tambura lungo la cresta sud, larga e relativamente breve. Il percorso non presenta particolari difficoltà, è solo un po’ faticoso nel primo tratto dove la cresta è abbastanza erta, poi la pendenza si riduce e si prosegue con facilità fino alla vetta.
Per la posizione centrale sulla dorsale principale apuana e per elevazione, la cima della Tambura è un punto panoramico notevole.
Per la discesa si segue la cresta opposta (nord), anch’essa piuttosto agevole.
Si abbandona la cresta poco prima del Passo della Focolaccia (1642 m), ambiente modificato dalla cava attiva più alta delle Apuane, proseguendo la discesa per la Carcaraia e perdendo progressivamente quota ci si porta a ridosso degli scoscendimenti finali della parete ovest della Roccandagia.
Da qui si rimonta in diagonale e per un traverso, facile anche se esposto (cavi metallici di protezione), ci si porta verso nord sopra il bacino marmifero del Fosso dell’Acqua Bianca.
Si continua quindi a risalire nel bosco verso il Passo della Tombaccia.
Dal passo il sentiero scende ad aggirare un altro contrafforte per uscire infine dal bosco sul lato opposto a quello di partenza della conca di Campocatino. In pochi minuti si raggiungono le prime case chiudendo ad anello il percorso.
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