Luogo: Appennino Pistoiese: Orsigna, una vallata nascosta
Orsigna, un piccolissimo borgo della montagna pistoiese a 800 m, dove Tiziano Terzani (giornalista fiorentino, grande reporter - dalla Guerra in Vietnam, alla dittatura comunista in Cina, alla caduta dell’URSS - e scrittore, scomparso a 65 anni) da ragazzo trascorreva le vacanze estive nella casa di famiglia e dove ha trascorso anche gli ultimi tempi della propria vita.
In un articolo del Corriere della Sera lo scrittore affermava:
“….Torno sempre anch’io e sempre più mi domando se dopo tanta strada fatta in cerca d’un senso all’insensata cosa che è la vita, questa valle non sia dopotutto il posto più altro e più sensato; e se, dopo tante avventure e tanti amori per il Vietnam, la Cina, il Giappone e ora l’India, l’Orsigna non sia – se ho fortuna – il mio vero ultimo amore”.
E poi:
"Orsigna mi ha messo la poesia nella vita, ci sono venuto da ragazzo, questo rimane il posto del mio cuore e rimane il mio rifugio. Dovunque sono stato nel mondo, qualunque cosa mi succedesse, tranne l’incontro con la Signora dal mantello nero, avrei potuto rifugiarmi all’Orsigna".
La valle dell’Orsigna (dal nome dell’omonimo torrente che l’attraversa) è un’immensa distesa dipinta di verde, grazie alla fitta vegetazione, soprattutto castagni, che ricopre i pendii della montagna.
L’escursione è caratterizzata da un discreto dislivello ma, a parte alcuni tratti un pò ripidi da fare anche in modo concentrato, non presenta dislivelli impossibili o pendenze eccessive, né tratti esposti. Un bel giro ad anello nel versante orientale della Foresta del Teso ci permetterà di attraversare la magnifica distesa boscosa sotto le cime dell’appennino pistoiese. Sbucheremo a tratti sul sentiero di crinale o a godere di belle vedute dai due rifugi, altre volte il percorso correrà all’ombra di un bellissimo bosco; in un tratto, in particolare, i faggi ci lasceranno stupiti per le loro forme e sembrerà di essere circondati da fatine, gnomi e folletti...
Dalla piazza della chiesa di Orsigna si sale lungo la strada fino alla biforcazione per Case Lavacchini dove la strada finisce. Dalla Fonte di San Camillo, con proprietà diuretiche e ristrutturata pochi anni fa, ci si addentra tra le casette del borgo e si prosegue per il sentiero n°53 che scende al fiume (qui spesso in secca; nel caso non lo fosse, ci leveremo gli scarponi per attraversalo facilmente) che guadiamo, salendo poi una scaletta che conduce in faggeta dove si inizia a salire per quello che sarà il tratto più impegnativo della giornata.
Il poggio che affrontiamo si chiama Pedata del Diavolo: circa 500 m di dislivello in breve spazio. Scolliniamo al Passo del Rombiciaio (1362 m) dove possiamo tirare il fiato e imboccare il Cai n°3, molto più frequentato, che conduce al Rifugio del Montanaro (1567 m). Il rifugio non è presidiato ma non si può perdere la spettacolare vista dal terrazzone sulla piana di Pistoia.
Proseguiamo ancora lungo il Cai n°3 verso il Lago Scaffaiolo e giungiamo in pochi minuti alla base del Poggio dei Malandrini, uscendo dalla boscaglia.
Tra i due sentieri di crinale scegliamo lo 00 che sale sul piccolo poggio: se la giornata è limpida la vista si apre improvvisamente sulle vette dell’appennino e, più in lontananza, la lucchesia con le Alpi Apuane. Sulla sinistra il Monte Gennaio, il Corno alle Scale e il Libro Aperto, poco dopo sulla destra si vede anche Orsigna, isolato tra i versanti collinari.
Prima del Lago Scaffaiolo e del Corno alle Scale, svoltiamo a destra abbandonando lo 00 presso il Passo della Nevaia, imboccando un breve raccordo lungo il sentiero 35 per il Rifugio di Porta Franca; da qui il sentiero n°5, con un lungo tratto pianeggiante, all’ombra di un antico bosco di faggi annodati dal tempo e dagli agenti atmosferici in bizzarre forme. Incontriamo la piccola Fonte della Gabelletta e Pian dell’Osteria, una spianata con una costruzione abbandonata, poi incrociamo un’ampia sterrata, ma seguiamo il sentiero che scende a destra verso Orsigna, passando per alcuni gruppi di case. La discesa è ripida in certi tratti, resa più faticosa dal tappeto di foglie dei castagni.
Qui dovremo decidere: solo se ce ne sarà il tempo, in prossimità di Case Aldrìa abbandoniamo il sentiero ed entriamo nella piazzetta (sembra essere il giardino di un’abitazione), arrivando poi a Case Cucciani, dove la strada termina e inizia il vero e proprio “Sentiero di Tiziano”, entrando nel bosco; in leggera salita, si passa un piccolo ruscello, poi un cartello invita attraverso un buco nella siepe alla nostra sinistra e ci affacciamo in una terrazza che sembra architettata da qualcuno piuttosto che dalla casualità della natura.
Lo sguardo si può spingere in basso, sul vecchio borgo di Orsigna ed il torrente che lo affianca, mentre tutto intorno le altre vallate appenniniche, dolci come onde, sembrano nasconderlo. Al centro della scena l’Albero con gli Occhi, addobbato con i ricordi che i visitatori hanno voluto lasciare. Prendiamoci il tempo che vogliamo per raccoglierci di fronte a quel panorama tanto caro a Terzani e a questo spazio particolare, molto intimo…
Ritorniamo sui nostri passi fino a Case Aldrìa, superiamo Casa Moretto e in breve e discesa veloce raggiungiamo di nuovo Orsigna.
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