Luogo: OASI DI CASELLI MONTERUFOLI
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del magnifico territorio della Val di Cecina, tuffandoci nella storia mineraria di queste terre. Faremo un percorso molto interessante pur nella sua semplicità ed accessibilità anche per gli escursionisti alle prime armi. Sarà un percorso per tutti coloro che vogliono approfondire la storia mineraria della Toscana o che semplicemente hanno voglia di fare una bellissima passeggiata prima dei lunghi mesi invernali.
Circa 9 chilometri di lunghezza con un leggero dislivello, può essere comodamente percorso in 3 ore, anche se la particolarità del percorso potrebbe portarci ad allungare i tempi.
Lasceremo le macchine in una delle zone adibite a parcheggio della Riserva, da li proseguiremo a piedi attraversando la strada e imboccheremo il percorso segnalato come “NMC3 Anello di Castiglione”, una carrareccia che ci porterà, passando ai margini di campi coltivati, verso il torrente Sterza.
Camminando troveremo la confluenza tra il torrente Ritasso e lo Sterza dove guaderemo per immetterci poi in un sentiero abbastanza battuto e pianeggiante che segue il vecchio tracciato della ferrovia .
Risaliremo il sentiero incontrando una grande trincea scavata esclusivamente a mano a colpi di piccone nelle dure rocce ofiolitiche, risaliremo poi la dx idrografica del Fosso di Malentrata, concedendoci una variante per osservare, nella fitta vegetazione, diverse discariche di minerali di calcedonio e magnesite, resti di parte dell'attività mineraria.
Torneremo sui nostri passi per proseguire facendo il secondo piccolo guado della giornata. sul corso d’acqua Malentrata in un punto molto suggestivo, dove il piccolo fosso, malgrado la sua modesta portata d’acqua, ha scavato e modellato nel tempo, un intreccio di solchi profondi e sinuosi molto caratteristici.
Proseguendo arriveremo finalmente a vedere il primo dei tre ponti della ferrovia. Bello e affascinante nonostante sia completamente in abbandono. Proseguiremo il nostro cammino camminando su uno strapiombo sul torrente Ritasso, ci inoltreremo lungo la vecchia massicciata accompagnati da cuscini di euforbia spinosa e cisti, Guardando con attenzione sarà possibile scorgere vecchi manufatti in ferro della ferrovia.
Proseguiremo ancora per arrivare al secondo ponte, il più alto. Proseguiremo e ci addentreremo in un bosco abbastanza fitto per poter osservare un caratteristico tipo di vegetazione insolita, relitta della flora del terziario, come il tasso, l’alloro nobile, l’agrifoglio e una rara liana chiamata “Periploca graeca”.
Riprenderemo quindi il vecchio tracciato, passando accanto ai ruderi di una casa cantoniera e proseguendo fino a un incrocio che ci porterà a visitare i ruderi del terzo ponte ferroviario, proseguiremo con un'altra piccola deviazione fino ad arrivare in località “Steccaia”, uno sbarramento per la ripresa dell’acqua del torrente che serviva al funzionamento di vecchi mulini, ancora presenti con i loro ruderi e che ci permetterà anche di ammirare le sottostanti cascatelle che creano un ambiente caratteristico con i loro salti d’acqua cristallina.
Ritorneremo ancora una volta sui nostri passi e saliremo entrando nel bosco, seguendo una vecchia carrareccia, che probabilmente veniva usata al tempo dell’estrazione del calcedonio. Supereremo un fitto bosco per passare poi ad una cerreta andando verso il torrente Sterza.
Da dove proseguendo ancora per un po' fino ad arrivare al punto di partenza dove abbiamo lasciato le nostre auto.
L'area che andremo a visitare è una zona esplorata a livello mineralogico fin dagli Etruschi. Nel '500 venne scoperto un vastissimo giacimento di lignite.
La lignite è un sedimento fossile combustibile di color bruno-nerastro, di origine organica proveniente da foreste risalenti da 20 a 65 milioni di anni fa.
Questo minerale veniva utilizzato anche per la produzione di energia elettrica, l’attività estrattiva della lignite ebbe inizio nel 1863 e conobbe fasi alterne, causa frane, incidenti mortali, nonché passaggi di proprietà e di gestione delle cave stesse. In seguito, nel momento di maggior intensità estrattiva della miniera, venne presa la decisione di costruire una ferrovia per il trasporto del materiale estratto. Queste miniere vennero definitivamente chiuse nel 1928.
Nel 1872 venne così inaugurato un percorso ferroviario a rotaia pesante - scartamento ordinario, che collegava la stazione di Villetta di Monterufoli, dove veniva caricata la lignite estratta e accumulata, alla stazione di Casino di Terra, che facilitava il passaggio del materiale fino a Cecina e quindi fino al porto di Livorno. Il convoglio, di 26 vagoncini era trainato da una locomotiva da 130 cv a trazione vapore, alimentata con la stessa lignite e impiegava circa 1 ora e un quarto per collegare le due stazioni. Lo spettacolare percorso della ferrovia era lungo 15 km, di cui 10 seguivano il torrente Sterza e gli altri 5 attraversavano più volte il torrente Ritasso, con 3 spettacolari ponti in muratura di notevole altezza.
Per visualizzare le escursioni previste in altre date, vedi il programma completo