Luogo: Volterra
Arrivato nel Borgo, si avviò direttamente alla bottega di Baba. Era una stanza piccola che prendeva luce da una finestrella alta. Baba gli offrì l’unica seggiola; egli sedette su una bozza di alabastro. “Ti disturbo ? Hai da lavorare?” domandò Fausto. “E’ festa oggi” rispose Baba. “Bisognerebbe che mi facessi la barba…” Si toccò il mento. Aveva la faccia sporca di polvere d’alabastro.[…] Improvvisamente Fausto disse: ”Vorrei lavorare con voi, Baba, è per questo che sono venuto da te”.
(C. Cassola, “Fausto e Anna”)
È illuminante trovare nella letteratura dei passaggi che sanno raccontare un luogo nei suoi dettagli storici, geografici, emozionali: come solo un’artista, uno scrittore sa fare. Forse non riuscirò a fare con voi una passeggiata letteraria, ma cercherò di pormi da tramite fra il paesaggio e i luoghi da una parte, e voi dall’altra, fornendo elementi utili alla conoscenza dei contesti ambientali, come una guida sempre dovrebbe fare.
Volterra come e più di altre città mostra con generosità le stratificazioni di civiltà succedutesi in 3000 anni, dal periodo etrusco villanoviano e i successivi sviluppi che la portarono ad essere una delle lucumonie dell’Etruria - con un territorio che andava dal Pesa al mar Tirreno, dall’Arno al bacino del Cornia - , passando per un importante municipio e poi città sotto Augusto in epoca romana; diventando già nell’alto Medioevo sede di un vescovado a capo di una vastissima diocesi; imponendosi con la sua mastodontica fortezza voluta da Lorenzo il Magnifico; testimone orgogliosa ancora oggi con le sue botteghe dei mestieri artigiani che hanno nella lavorazione dell’alabastro il suo marchio di riconoscimento in Italia e all’estero.
E pensare che tutta la sua storia millenaria si regge sulle fragili colline di sabbia, che nel corso dei secoli hanno fatto sprofondare chiese e monumenti, ma che ancora regalano visioni di equilibri instabili, spaventevoli e sublimi allo stesso tempo. Più e più volte i nostri occhi si affacceranno sulle balze e i calanchi, spingendosi alla costa, al mare e alle isole, alle Apuane e alle Colline Metallifere.
Nel nostro camminare dentro e fuori la città, racconteremo il perché delle balze e il come dell’alabastro, il quando delle ridenti e ancora fertili valli, il dove delle sue sorgenti di acqua così buona. Passeremo per porte e lungo mura etrusche e medievali, manufatti di culture agricole passate e ipogei plurimillenari, il teatro romano e l’acropoli etrusca, le chiese preziose e la via del sale, i vicoli e i magnifici palazzi, che hanno saputo raccontare D’Annunzio, Visconti, Targioni Tozzetti e il nostro Cassola; il quale, come fa intuire alla fine della citazione, ha scritto anche di un’altra storia volterrana, che si è riflessa in quella nazionale legata al secondo conflitto mondiale. Ci saranno passi e tempo per attraversare anche questa.
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