Luogo: Alpe di Catenaia
L’Alpe di Catenaia separa il Casentino dalla Valtiberina e raggiunge il suo culmine con il Monte Il Castello a 1412 metri. Il suo territorio, ricco di boschi, prati e sorgenti, fu abitato fin da epoche lontane da popolazioni dedite alla pastorizia e all’agricoltura e fu causa di duri scontri tra Umbri ed Etruschi, tra Bizantini e Longobardi che si insediarono nella zona del basso Casentino, corrispondente agli attuali comuni di Subbiano e Capolona, definito nel Medioevo Terra Barbaritana. I grandi Prati della Regina sarebbero stati addirittura possesso diretto della corte di Pavia e della Regina Teodolinda. Nel Medioevo la montagna fu di varie famiglie nobili, poi della Repubblica Fiorentina che nel '600 ne concesse gran parte, ad uso di pascolo e legnatico, all’antico popolo di Catenaia (Falciano). Insieme a Monte Castello, Monte Filetto, Monte Altuccia e il Sasso della Regina, le sue cime furono teatro di una cruenta battaglia tra le truppe tedesche e quelle alleate, supportate dalla Divisione Partigiani Arezzo XXIII Brigata Pio Borri, che si concluse con la ritirata tedesca e la Liberazione di Subbiano.
Tutta la catena è percorsa da sentieri che si snodano nei boschi o sui crinali e in luoghi dai nomi suggestivi come la Fonte delle Sette Vene o la Pozza delle Stroscie (con la “I”). Dall’Alpe scaturiscono due affluenti del Tevere, il Sovara e il Singerna, mentre sull'altro versante si gettano in Arno il Rio Cantalupo e il Torrente Gravenna.
Si parte dall’area pic nic Fonte del Baregno (1180 m) dove sono presenti un rifugio con griglie e tavoli e una fonte. Con breve deviazione, si giunge al panoramico Sasso della Regina (1250 m), per arrivare poi con il CAI n°50, godendo di una meravigliosa vista su La Verna che sembra di toccare, al Monte Il Castello (1412 m), vetta più alta dell’Alpe. Qui sono presenti un cippo a ricordo della Liberazione di Arezzo del ’44 e un pannello descrittivo del territorio. Cercando di non vedere le orrende antenne poste qui e sul Monte Altuccia, godiamo di una vista mozzafiato a 360°, carezzando con lo sguardo lo sconfinato prato che ci accompagna attraverso i Prati della Regina (dove si possono incontrare cinghiali, cavalli, pecore o osservare aquile, falchi e uccelli migratori o sedersi tranquilli ascoltando il fruscio del vento) fino al Monte Altuccia (1407 m) (dal quale l'occhio può spaziare fino all'Adriatico e al grattacielo di Cesenatico, la Valtiberina là sotto, la piana di Arezzo e l'alta valle dell'Arno dall'altra parte) e poi giù alla Pozza delle Stroscie - con la “I”…- (1345 m): un laghetto con iris gialli dove faremo pausa pranzo. Superata la Casetta del Vaccaio, rifugio di un tempo per pastori di bovini al pascolo che conserva ancora gli antichi anelli e gli abbeveratoi e oggi aperto a tutti, faremo una deviazione a/r per la Sorgente delle Sette Vene, poi con le Marche davanti a noi arriviamo a Faggeto (1192 m): poche case, una chiesina e un’area pic nic. Da qui chiudiamo un secondo anello col CAI n° 13 che ci riporta alla Fonte del Baregno.
Iscrizioni entro venerdì 30 aprile 2021.
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