Oggi nel nostro percorso non incontreremo testimonianze chiare della nostra Liberazione della metà del secolo scorso, ma, andando indietro di altri sei secoli, c’è qui un’altra storia di un tentativo di Liberazione non riuscito, piccolo ormai dal punto di vista di noi contemporanei, ma enorme per l’epoca. Anche in questa vicenda c’erano sfollati protetti durante l’invasione.
C’entrano Enrico VII e Dante, ma di questo parleremo insieme.

Dunque, entrando nel merito della nostra giornata, partiamo da questo gruppo di case il cui nome non è da riferirsi al simpatico mammifero spinoso , ma ad una importante famiglia che aveva qui una delle sue numerose cascine.
Nonostante oggi sia un borgo ritenuto poco interessante forse anche a causa delle strutture industriali nate negli ultimi decenni, conserva il suo fascino agreste ed è sorprendentemente ricco di testimonianze storiche, vocato all’estrazione della pietraforte prima, e al mestiere di lavandaio poi.
Da qui ci inoltreremo nella magnifica campagna a sud di Firenze dopo aver attraversato un ponte un tempo medievale, usato per trasportare a Firenze gli orci imprunetani.
A dispetto dell’autostrada che attraversa per un tratto la Val d’Ema, regnano il silenzio della natura e del lavoro nei campi, quei suoni che come un balsamo, regalano benessere alle nostre orecchie.

Attraverseremo strade di campagna, boschi, passeremo presso ville che stanno un po’ in disparte ma che colpiscono per la bellezza e le curiosità storiche, toccheremo una vera e propria opera d’arte finalmente restaurata.
Per ammirare tanta misconosciuta meraviglia, sconfineremo nei comuni adiacenti per rientrare a Cascine del Riccio a chiudere l’anello.