Oggi un’escursione dal profumo di mare, in cui per una parte saremo ospiti di una variegata comunità animale, in parte stanziale, in parte di passaggio; per l’altra, ci muoveremo tra i vigneti fra i più rinomati al mondo e approderemo al grazioso borgo di Bolgheri.

La storia del Rifugio faunistico Padule di Bolgheri nasce nel 1959, quando il proprietario di questo terreno Mario Incisa della Rocchetta - lo stesso che ha creato il Sassicaia e reso il cavallo Ribot l’italien famoso in tutto il mondo per le sue imprese - decide di salvaguardare questo lembo di Maremma in un’ottica di conservazione delle sue specificità naturalistiche. Si tratta della prima area privata protetta d’Italia, e per farlo si è mantenuto un ambiente così com’era originariamente in Maremma, funesto per gli uomini, perché portatore di malaria, ma salvifico, oggi, per numerose specie di uccelli, alcune “tartarughe” quasi introvabili altrove, anfibi, pesci…e, solo per citare una fra le specie vegetali presenti, il frassino ossifillo, raro ormai nella sua forma selvatica. Nel 1966 diviene la prima oasi wwf in Italia, insieme al Lago di Burano.

Avremo modo di esplorare quest’oasi con i suoi diversi ambienti e numerosi abitanti. Tra gli altri, la presenza ormai stabile di una coppia di cicogne, con più di 40 nuovi nati in poco più di dieci anni.

Ci dedicheremo poi ad una facile passeggiata fino all’antico Castrum Bulgari, ovvero Bolgheri, che conserva poco nelle sue strutture dell’impianto medievale, a causa di passati saccheggi, incendi e abbandoni, ma che a partire dal 1700,  con lo sviluppo agricolo, assume le sembianze attuali, rendendolo un luogo speciale.

Quello che poi più di tutto rende questo territorio così noto è il suo viale alberato di cipressi, perché celebrato dal Carducci in Davanti San Guido: qui infatti trascorse parte della sua infanzia. E sarà perché lui li ha visti così giovani, che li descrive in maniera tanto vitale e vivace, a differenza di quelli malinconici del Foscolo, foschi del Pascoli, o lacrimabili del D’Annunzio.

Di sicuro anche per me, nata in queste terre, era una festa quando in gita scolastica ci portavano lungo questo viale, e recitavamo tutti i 116 versi a memoria.

Non preoccupatevi: non lo farò in questa occasione! Oltre a conoscere più approfonditamente le caratteristiche delle specie citate, godremo del paesaggio, dei profumi primaverili, del grazioso borgo, e finalmente, del mare, dove i più arditi potranno immortalare la giornata con un bagno.