Luogo: Montecastelli Pisano nella Val di Cecina
Non vi tragga in inganno la foto del programma, scattata dall'opposto versante della vallata che percorreremo, e che partirà proprio da quel piccolo paese all'orizzonte: Montecastelli Pisano.
Il torrente Pavone è il più lungo degli affluenti del fiume Cecina; nasce dal Poggio di Montieri, la seconda cima più alta delle Colline Metallifere, e con un tragitto da sud a nord, toccando i territori del grossetano, senese e pisano, dopo 29 Km si butta nel Cecina.
Partendo da quella frazione di Castelnuovo Val Di Cecina posta a 500 metri di altitudine, ci addentreremo nella natura selvaggia di questa parte di Toscana. Ma non sempre è stato così: il paese nasce probabilmente un millennio fa per sfruttare quelle preziose miniere di rame e argento, che per secoli hanno costituito motivo di scontro tra Comune e Vescovi di Volterra, e ovviamente l'onnipresente Firenze. E il paesaggio non era così selvaggio e silenzioso come ci appare, ma spogliato delle sue coperture arboree, necessarie ad alimentare le miniere.
La varietà e particolarità delle formazioni rocciose la fa da padrone: a dominare sono le ofioliti, rocce di origine magmatica di centinaia di milioni di anni fa, che si declinano poi nei vari aspetti, forme e colori per tutto il percorso: ne conosceremo l'incredibile storia e le caratteristiche.
Prima di scendere sul Pavone, raggiungeremo Poggio di Granchio, da cui si si gode di una fantastica vista sulla Val di Cecina, con la Rocca Sillana a far da vedetta.
Nella discesa, percorreremo un'antica strada, ridotta per un buon tratto a sentiero, che collegava il paese alle uniche aree pianeggianti adibite a pascolo e campi agricoli, e che sono state teatro, nel giugno di 79 anni fa, alla sera tra il lusco e il brusco, di uno scontro a fuoco fra partigiani e soldati tedeschi.
Il letto del torrente è caratterizzato da rapide alternate ad acque tranquille, a tomboli, cascate e salti di acqua, massi giganteschi dove in mezzo scorre l'acqua, pareti ripide con venature multiformi o coperte di alberi, gli ontani neri fra tutti.
Ci imbatteremo e curioseremo fra ciò che resta delle strutture minerarie, alcune molto ben conservate, con le loro lunghe gallerie scavate sotto il livello del torrente, e che ora costituiscono la casa dei sogni di importanti specie di pipistrelli, quelli che, per la posizione che assumono da dormienti, sono noti ai più come ferro di cavallo.
Alla fine del nostro percorso al fresco delle acque smeraldine, potremo lasciarci accogliere dalla placida vivacità del paese medievale, come solo i borghi di queste zone sanno fare.
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