Luogo: San Donato in Collina e Torre a Cona
Si parte da San Donato in Collina, il Paese delle Frittelle, come annuncia il cartello turistico. Sin dal medioevo era punto di sosta e ristoro per viaggiatori di ogni tipo: non a caso fino agli anni '20 del Novecento si trovava l'osteria di San Donato a Busilli. Da qui passavano anche le greggi del Casentino, del Mugello e del Pratomagno, che con l'annuncio dell'autunno si spostavano nelle maremme. Un territorio che sembra addentrarsi, mentre si percorre la provinciale, nelle più umili campagne di un Chianti meno appariscente e "pettinato".
Eppure, basta svoltar la curva, ed ecco la maestosa Torre a Cona, un abbaglio degli occhi per imponenza e architettura, che non dà subito a vedere la sua non finitezza. La torre di Quona che è ancora lì racconta della sua origine medievale, ma poi c'è tutto il resto, comprese le circostanze legate al secondo conflitto mondiale, durante il quale è stata salvifica per tante opere d'arte fiorentine.
Nella sua tenuta si trova, oltre ad un mulino ad acqua a due palmenti ora diventato abitazione, quella che sembra una misteriosa torre circolare in cima al poggio della Merlaia, probabilmente il più grande dei tre mulini a vento qui presenti nel Settecento.
Mentre proviamo a immaginare come doveva essere con le sue lunghe braccia rotanti, camminiamo nei vari spazi esterni della villa per poi attraversare gli ampi paesaggi con gli ulivi ed i vigneti ora spogli. Saliremo a Montecucco, da cui si gode di una superba vista tra Firenze e il Valdarno Superiore. Da qui transitava una variante della Cassia Vetus e, in epoca medievale, la Via Ghibellina tra Firenze e Poppi.
Una volta ridiscesi, è il tempo di attraversare il percorso della memoria. Passeremo da luoghi carichi di vicende ora esilaranti ora tragiche, quelle che hanno vissuto la famiglia allargata di Cesarina Mazzetti e Robert Einstein e tutta la comunità che viveva allora in queste campagne. Le ricorderemo attraverso alcuni testi di un'artista che allora c'era e ha dedicato il suo tempo a preservarne la memoria. Una memoria struggente che si fa inno alla vita.
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