Luogo: Riserva Naturale Foresta di Berignone
Con la parola forteto i boscaioli indicano la macchia sotto i venti anni, che d’ordinario non supera i sette-otto metri di altezza. La qualità forte è rappresentata dall’albatro, dal leccio, dalla quercia e dal cerro; la qualità debole dal carpino, dal frassino e dall’orniello. La qualità forte, come dice il nome, fornisce un carbone migliore.
Questo un passaggio da “Il taglio del bosco”, ambientato là dove oggi andremo a camminare. Per Carlo Cassola, il suo autore, i territori fra Volterra e Marina di Cecina costituivano il suo luogo dell'anima, secondo le parole di Mario Luzi. Un romanzo che di didattico in realtà ha pochissimo: ambientato nel secondo dopoguerra lungo il tempo di una stagione, tesse insieme la concretezza del lavoro di un gruppo di boscaioli con i moti dell’animo. Niente di più efficace per esplicitare come doveva essere l’unione fra uomo e natura, non sempre idilliaca come siamo abituati a pensare ai nostri giorni.
L’escursione sarà tutta all’interno della Riserva Naturale Foresta di Berignone e del Bosco di Tatti. La prima copre 2166 ettari, la cima più alta è il Monte Soldano (555 m) e i corsi d’acqua principali, insieme al Cecina, sono il Fosci e il Sellate; si tratta di un'area frequentata da boscaioli e carbonai nel corso dei secoli a reperire il legname per alimentare le caldaie a vapore di estrazione del sale. Il bosco di Tatti è un'area più piccola ad essa adiacente, fin dal Medioevo destinata al legnatico per la popolazione. Entrambe fanno parte di un SIC, un Sito di Importanza Comunitaria, e il loro valore per la conservazione di particolari ecosistemi e specie vegetali ed animali lo si intuisce tutto nella portentosa bellezza dell'intero complesso forestale. Consapevoli di godere di un ambiente pullulante di vita selvatica, attraverseremo boschi che tra muschi, felci, corsi d’acqua e alberi maestosi ci appariranno fatati, si apriranno vedute sui calanchi e le argille della campagna volterrana, cammineremo fra imponenti ulivi secolari, troveremo tracce dell’antica transumanza, passeremo da poderi molto ben conservati, potremo vedere la ricostruzione di una carbonaia e di un capanno di boscaioli, proprio come i protagonisti del nostro racconto.
Il pendio erboso era madido di luce. Era come se una mano invisibile lo avesse inondato di un liquido prezioso. Le ombre sghembe della capanna e delle piante che il taglio aveva rispettato risaltavano nere come l’inchiostro.
E la giornata con la guida finisce qui. Ma, per chi vorrà, ci sarà una coda serale spontanea e fuori programma, nata da una promessa finalmente mantenuta: saluteremo l'equinozio autunnale, godremo le prime luci del tramonto su una terrazza panoramica mozzafiato, tra bevande, buon cibo e in compagnia di chi vorrà.
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