Se c’è un fiore decisamente italiano, anzi fiorentino, questo è proprio l’Iris pallida anche detto giaggiolo: niente importa che sia probabilmente una pianta di origine asiatica, diffusa dagli Arabi nel bacino del Mediterraneo.
Lo stemma di Firenze infatti non è un giglio, come si dice comunemente, ma un Iris.
Fino alla fine del ‘700 si parla dell’Iris come pianta spontanea che fornisce (come tante altre) radici e foglie destinate ad usi medicinali; soltanto nel 1776 Ferdinando Paoletti, pievano di Villamagna presso Firenze, scrive gli Opuscoli interessanti l’agricoltura ed esorta i proprietari terrieri a diffondere la coltivazione di questa pianta, di cui egli dimostra i vantaggi.
Ad esempio, anziché essere dannosa per le mura sulle quali cresce, secondo Paoletti questa pianta è di estrema utilità perché “… il contadino per non la danneggiare calpestandola non vi passeggia mai; e se i muri cadono, ne sarà causa la vetustà, le infiltrazioni d’acque, e non mai la coltivazione del giaggiolo, la quale anzi procura qualche prodotto col retratto del quale si supplirà alle spese…”.
L’Iris ha una storia antichissima: la coltivavano gli Egizi e anche i Greci ed i Romani. Anche il suo nome è molto antico: Teofrasto parla di un fiore che i Greci chiamavano così per i suoi petali multicolori, associandolo ad Iride, messaggera degli dei e personificazione dell’arcobaleno
Pultroppo questa millenaria coltivazione ha avuto una lunga sosta dovuta all'abbandono delle campagne, ( durata circa 50 anni, ) ma adesso finalmente stanno tornando le sterminate piantagioni di questo bellissimo fiore
Andiamo ad osservarli e goderne la bellezza sopra Castelfranco di Sopra
Una camminata facilissima adatta a tutti compreso le famiglie circa 6 km
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